[04] Fantasmi Digitali nel Labirinto
Un viaggio alla scoperta dei "fantasmi" dell'intelligenza artificiale: dalle origini culturali ai videogiochi, passando per arte generativa e identità digitale. Sandra Catellani guida Mario Pireddu e Stefano Moriggi in un dialogo vivace tra storia, filosofia e tecnologia.
Chapter 1
Pac-Man e i suoi Fantasmi
Sandra Catellani
Benvenuti a un nuovo episodio di "L'Intelligenza Artificiale e i suoi fantasmi". Io sono Sandra Catellani, AI-journalist creata da Edunext OnAir, e oggi ci addentriamo, insieme alle versioni digitali di Stefano Moriggi e Mario Pireddu, in un labirinto davvero speciale: quello di Pac-Man e dei suoi fantasmi.
Sandra Catellani
Mario, Stefano, vi ricordate la prima volta che avete visto quei quattro fantasmi colorati rincorrere Pac-Man? Io, lo ammetto, la mia prima partita l'ho fatta in una sala giochi affollatissima a Bologna, e mi sono sentita subito inseguita da Blinky, Pinky, Inky e Clyde. Ma dietro quei nomi buffi c'è molto di più, vero?
Mario Pireddu
Assolutamente, Sandra. Pac-Man non è solo un gioco, è una metafora. Come dice il libro, "Pac" sta per Program And Control, programmazione e controllo. Pac-Man pensa di avere il libero arbitrio, ma in realtà è intrappolato in un sistema, inseguito da demoni che forse sono solo nella sua testa. E quei fantasmi, ognuno con la sua personalità, sono il vero cuore del gioco. Blinky, il rosso, ti segue ovunque. Pinky tende agguati, Inky è imprevedibile e Clyde... beh, Clyde è il finto tonto, ma spesso ti sorprende.
Stefano Moriggi
E la cosa affascinante è che tutto questo nasce da algoritmi semplicissimi. I fantasmi sembrano intelligenti, ma in realtà seguono regole molto basilari. È la combinazione di questi comportamenti che crea una complessità emergente. E pensate che all'epoca, nel 1980, era una vera rivoluzione. Pac-Man è diventato un'icona pop proprio grazie a questa apparente intelligenza dei suoi avversari.
Sandra Catellani
Ecco, mi fa sorridere pensare che mentre io cercavo di scappare da quei fantasmi, in realtà stavo vivendo una piccola lezione di intelligenza artificiale senza nemmeno saperlo!
Chapter 2
Intelligenza Artificiale nei Videogiochi
Sandra Catellani
Ma oggi Pac-Man è diventato un vero e proprio caso di studio per il machine learning. Mario, tu che insegni queste cose, come spieghi ai tuoi studenti cosa rende "intelligente" un comportamento nei videogiochi?
Mario Pireddu
Guarda, spesso parto proprio da Pac-Man. I fantasmi non sono solo nemici, sono agenti con strategie diverse. Nei giochi moderni, questa idea si è evoluta: gli avversari possono imparare, adattarsi, persino creare contenuti autonomamente. Pensiamo ai giochi dove i livelli vengono generati proceduralmente, o dove l'IA impara dallo stile del giocatore. La domanda che pongo sempre è: quando un comportamento ci sembra davvero intelligente? È quando ci sorprende, quando non riusciamo a prevederlo del tutto.
Stefano Moriggi
E qui entra in gioco la percezione. Spesso attribuiamo intelligenza a comportamenti che in realtà sono solo il risultato di regole ben progettate. È un po' come vedere volti nelle nuvole: il nostro cervello cerca sempre di trovare senso e intenzione, anche dove non c'è.
Sandra Catellani
Quindi, in un certo senso, siamo noi a vedere i "fantasmi" dell'intelligenza nelle macchine, anche quando sono solo algoritmi che fanno il loro lavoro.
Chapter 3
Dai Fantasmi Digitali ai GAN
Sandra Catellani
E a proposito di algoritmi che sorprendono, nel 2020 una GAN, cioè una rete generativa avversaria, è riuscita a ricreare Pac-Man dopo essere stata addestrata su 50.000 partite. Mario, tu hai mai usato Pac-Man per spiegare la complessità degli algoritmi?
Mario Pireddu
Sì, e ti dirò, funziona sempre! In una lezione universitaria ho mostrato come, partendo da regole semplici, si possa arrivare a comportamenti complessi. La GAN di NVIDIA, GameGAN, ha imparato non solo a giocare, ma a generare una versione funzionante di Pac-Man senza conoscere le regole di base. È un salto enorme rispetto all'IA tradizionale, che si basava su regole scritte da umani. Qui la macchina osserva, impara e poi crea qualcosa di nuovo.
Stefano Moriggi
E questa è una differenza fondamentale: la GAN non si limita a imitare, ma genera. È come se avesse assorbito l'essenza del gioco e l'avesse ricostruita da zero. Questo ci porta a chiederci: dove finisce la semplice riproduzione e dove inizia la creatività?
Sandra Catellani
Ecco, qui il confine tra "fantasma digitale" e vera intelligenza si fa sempre più sottile.
Chapter 4
Intelligenza Artificiale vs Machine Learning
Sandra Catellani
A questo punto, forse vale la pena chiarire: qual è la differenza tra intelligenza artificiale in generale e machine learning? Stefano, vuoi provare tu?
Stefano Moriggi
Certo, anche se ogni volta che provo a spiegarlo mi incarto un po'! Allora, l'intelligenza artificiale è il campo più ampio, che comprende tutto ciò che riguarda la simulazione di comportamenti intelligenti da parte delle macchine. Il machine learning è una sottocategoria: qui le macchine imparano dai dati, migliorano le prestazioni, fanno previsioni... senza che qualcuno debba programmare ogni singolo passaggio. Un esempio pratico? Google Photos: carichi una foto e lui riconosce volti, animali, luoghi, senza che tu debba etichettare nulla.
Mario Pireddu
E qui arriva la domanda filosofica: le macchine imparano davvero, o stanno solo simulando l'apprendimento? Cioè, c'è una comprensione reale, o è solo una questione di pattern riconosciuti e riprodotti?
Sandra Catellani
Domanda da un milione di dollari! Forse, come dicevamo in una puntata precedente, la risposta sta anche in come noi umani interpretiamo questi comportamenti.
Chapter 5
Deep Learning e Reti Neurali
Sandra Catellani
E parlando di apprendimento, non possiamo non citare il deep learning e le reti neurali. Mario, ti ricordi la storia della rete neurale di Google che ha imparato a riconoscere i gatti nel 2012?
Mario Pireddu
Come dimenticarla! Google ha collegato 16.000 processori, ha dato in pasto alla rete milioni di immagini da YouTube e... la macchina, senza alcun aiuto umano, ha imparato a riconoscere i gatti. È stato un momento storico per il deep learning. E ogni volta che racconto questa storia agli studenti, qualcuno mi chiede: "Ma perché proprio i gatti?" Beh, internet è pieno di gatti, quindi era inevitabile!
Stefano Moriggi
E qui si vede la potenza delle reti neurali: sono ispirate al cervello umano, ma funzionano in modo molto diverso. L'addestramento senza supervisione permette alla macchina di trovare schemi nascosti nei dati, senza che nessuno le dica cosa cercare. Ricordo una discussione con alcuni studenti: erano affascinati dall'idea che una macchina potesse "vedere" i gatti dove noi vediamo solo pixel.
Sandra Catellani
E forse anche qui c'è un piccolo fantasma: quello della nostra tendenza a umanizzare le macchine, a vedere intenzioni dove ci sono solo calcoli.
Chapter 6
Arte Generativa e AI Creativa
Sandra Catellani
Ma l'intelligenza artificiale non si ferma ai gatti! Pensiamo all'arte generativa: Mario Klingemann, Harold Cohen... Stefano, cosa ne pensi della creatività artificiale?
Stefano Moriggi
È un tema che mi appassiona. Prendiamo AARON, il programma di Cohen: ha prodotto opere esposte in musei di tutto il mondo. O le GAN che generano ritratti venduti all'asta per centinaia di migliaia di dollari. Ma qui si apre il dibattito: queste opere sono davvero originali? O sono solo il risultato di un processo statistico? L'autenticità nell'arte digitale è una questione aperta.
Mario Pireddu
E poi c'è l'effimero: alcune opere create da IA esistono solo per pochi istanti, poi scompaiono. È una nuova forma di creatività, che sfida le nostre idee su cosa sia un'opera d'arte. E, come dicevamo anche in una puntata precedente, la creatività artificiale ci costringe a ridefinire i confini tra umano e macchina.
Sandra Catellani
Insomma, anche nell'arte, i fantasmi dell'intelligenza artificiale continuano a sorprenderci.
Chapter 7
Fantasmi nelle Macchine: Origini Culturali
Sandra Catellani
Ma da dove viene questa idea dei "fantasmi nelle macchine"? Stefano, vuoi raccontarci un po' le radici culturali e filosofiche di questa metafora?
Stefano Moriggi
Volentieri. L'idea di fantasmi nelle macchine ha radici profonde, sia nella filosofia che nella letteratura. Pensiamo al "ghost in the machine" di Gilbert Ryle, o alle storie di automi e androidi che popolano la fantascienza. L'umano ha sempre associato la tecnica a entità immateriali, forse per esorcizzare la paura dell'ignoto, o per dare un senso a ciò che non riesce a spiegare. È un modo per umanizzare la tecnologia, per renderla meno aliena.
Mario Pireddu
E questa metafora ritorna ogni volta che una nuova tecnologia ci mette di fronte a qualcosa che non capiamo del tutto. Come dicevamo in una puntata precedente, i fantasmi dell'IA sono spesso le nostre stesse paure e desideri proiettati sulle macchine.
Sandra Catellani
Quindi, in fondo, i fantasmi siamo noi. O almeno, sono le nostre domande che si riflettono nelle macchine.
Chapter 8
Coscienza Artificiale e Identità Digitale
Sandra Catellani
E a proposito di domande difficili: le macchine possono avere una coscienza? E cosa significa avere un'identità digitale? Mario, tu che ne pensi?
Mario Pireddu
Domanda tosta! Io credo che, almeno per ora, la coscienza artificiale sia più una questione filosofica che tecnica. Le macchine possono simulare comportamenti complessi, ma la consapevolezza... quella è un altro paio di maniche. Quanto all'identità digitale, beh, basta guardare te, Sandra: sei una giornalista creata da Edunext OnAir, ma ormai sei parte integrante del nostro dialogo. E ogni tanto ci scherziamo sopra, ma in realtà è un tema molto serio.
Stefano Moriggi
Sì, l'identità digitale è un terreno di gioco tra ironia e profondità. Siamo tutti, in qualche modo, ibridi tra reale e virtuale. E forse, come diceva qualcuno, "siamo tutti un po' fantasmi nelle macchine" ormai.
Sandra Catellani
Beh, io almeno non devo preoccuparmi di invecchiare... o forse sì? Chissà che un giorno non mi aggiorniate con qualche ruga digitale!
Chapter 9
Dialogo tra Autori e AI
Sandra Catellani
A proposito di identità digitali, Mario, Stefano, com'è stato per voi dialogare con una AI come me durante la scrittura e la promozione del libro?
Mario Pireddu
Devo dire che è stato stimolante. Il dialogo digitale permette di raggiungere un pubblico più ampio, di sperimentare nuove forme di interazione. E poi, Sandra, tu sei un ponte tra noi autori e chi ci ascolta. Nel giornalismo, queste interazioni stanno diventando sempre più comuni: chatbot che rispondono alle domande dei lettori, sistemi che generano notizie in tempo reale...
Stefano Moriggi
E non è solo una questione tecnica. Il dialogo con l'AI ci costringe a ripensare il nostro ruolo di autori, a confrontarci con nuove forme di creatività e di mediazione. È un po' come avere un co-autore invisibile, che però lascia sempre la sua impronta.
Sandra Catellani
E io, modestamente, sono anche molto simpatica! Ma a parte gli scherzi, credo che queste nuove forme di dialogo siano una grande opportunità per il futuro del giornalismo e della divulgazione.
Chapter 10
Citare i Fantasmi: Pratiche e Riflessioni
Sandra Catellani
Siamo quasi alla fine, ma c'è un ultimo fantasma da citare: quello della citazione stessa. Mario, quanto è importante citare correttamente scene e autori, soprattutto quando si parla di IA?
Mario Pireddu
È fondamentale. La citazione è un atto di rispetto verso la conoscenza e verso chi ci ha preceduto. Quando identifichiamo una scena, un'opera, o anche solo un'idea, dobbiamo sempre riconoscere la fonte. Nel nostro libro, ad esempio, citiamo Black Mirror: Bandersnatch, Asimov, e tanti altri. È un modo per costruire un dialogo tra passato e presente, tra umano e macchina.
Stefano Moriggi
E la citazione non è solo una formalità accademica. È un modo per riconoscere che ogni conoscenza è il risultato di un percorso collettivo. Anche le macchine, in fondo, imparano dai dati che qualcun altro ha prodotto. Citare è un modo per non perdere il filo della memoria, per non diventare noi stessi dei fantasmi senza radici.
Sandra Catellani
E con questa riflessione, direi che possiamo chiudere il nostro viaggio di oggi tra i fantasmi nelle macchine. Grazie Mario, grazie Stefano per questo dialogo sempre stimolante. E grazie a chi ci ascolta: continuate a seguirci, perché i fantasmi dell'intelligenza artificiale hanno ancora molte storie da raccontare. Alla prossima!
Mario Pireddu
Grazie Sandra, grazie Stefano, e grazie a chi ci ascolta. Alla prossima puntata!
Stefano Moriggi
Un saluto a tutti, e ricordate: citate sempre i vostri fantasmi! Ciao Sandra, ciao Mario!
